20/09/08

Lego il cappello, ripiego lo scialle...

...Lego il cappello, ripiego lo scialle, le piccole incombenze della vita compio, precisamente come se il più insignificante gesto fosse per me infinito. Dispongo fiori freschi nel vaso e i vecchi li getto via, dalla mia gonna tolgo il petalo che vi è ancorato; calcolo quanto tempo ci vorrà alle sei perchè ho tanto da fare, eppure l'esistenza, tempo fa, si fermò, battè, infranse, il mio ticchiettio. Non possiamo mettere da parte noi stessi come un uomo compiuto o una donna quando è terminata la faccenda per cui siamo venuti al mondo. Ci possono essere miglia e miglia di nulla assai più penose dell'azione; simulare è fatica bruciante, nascondere ciò che siamo dalla scienza e dalla chirurgia, occhi troppo telescopici da sostenere senza riparo, dico per loro non per noi, trasalirebbero, noi tremeremmo. Ma da quando afferrammo una bomba e la stringemmo al petto, anzi la stringiamo, c'è calma. Dunque facciamo il lavoro della vita anche se la ricompensa della vita è finita con scrupolosa esattezza per conservare i sensi intatti...

3 commenti:

Anastácio Soberbo ha detto...

Ciao, io amo il blog.
Dispiace non scrivere più,
Ho appena scrivere l'italiano.
Un abbraccio da Portogallo

Celeste R. ha detto...

Benvenuto Anastàcio nel mio blog...Spero di risentirti presto. Un grande bacio.

Anonimo ha detto...

La vita che sia ricompensa di se stessa, il desiderio e la consapevolezza di non attendere nulla di più di ogni giorno concesso, con il peso e la leggerezza che può portare.
I giorni migliori di un uomo si contano sul palmo di una mano, tutto il resto fa volume..
nelle tonalità fra bianco e il nero io vedo infinite sfumature di grigio.